Mio figlio più piccolo ha da poco compiuto nove mesi ed è in piena “fase di gattonamento”. Gli addetti ai lavori si interrogano sull’importanza delle varie fasi dello sviluppo motorio e dalle interazioni con lo sviluppo cognitivo, ma aldilà della teoria, osservando mio figlio mi sto rendendo conto di quanto dei “dettagli” possano condizionarlo. Per Lorenzo i primi approcci al gattonare sono avvenuti in pieno inverno con indosso pantaloni e calzetti su pavimenti scivolosi… Non è difficile immaginare cosa accadesse ogni volta che cercava di raggiungere un oggetto: scivolamento indietro con conseguente allontanamento dall’oggetto desiderato e pianto. Istintivamente la reazione era quella di avvicinare o avvicinarlo alla meta (si pensi ai risvolti sul comportamento oltre che sullo sviluppo motorio di un tale gesto). Dopo i primi tentativi e insuccessi Lorenzo ha comunque trovato un modo per trarre vantaggio dallo “scivolare” trascinandosi usando le mani dalla posizione seduta… È stato osservando questa strategia che ho collegato la difficoltà ad andare in quadrupedia con la mancanza di attrito sugli arti inferiori. È bastato togliere i pantaloni e i calzini quando possibile e soprattutto portarlo su una superficie ruvida e in qualche giorno ha cominciato a gattonare tanto veloce da non poterlo perdere di vista per un secondo .Ovviamente ora gattona anche su superfici lisce.
Paolo Berlanda